Chi può richiedere la cessione del credito d’imposta
Il servizio di cessione del credito d’imposta a Poste Italiane è aperto a tutte le tipologie di contribuenti, privati, imprese e liberi professionisti, purché:
- in possesso di un conto corrente BancoPosta;
- titolari originari del bonus edilizio oggetto della cessione.
Se il primo paletto appare agevolmente ovviabile, al secondo occorre prestare più attenzione. Il “gigante statale di Viale Europa”, infatti, valuta unicamente l’acquisto dai “primi beneficiari”, ossia da parte dei contribuenti che:
- hanno effettuato i lavori,
- pagandoli direttamente.
Al momento, gli operatori non possono cedere nessun credito d’imposta che sia stato oggetto di precedente trasferimento, inclusi i crediti d’imposta maturati a seguito di opzione per lo sconto in fattura.
Da evidenziare che si tratta di una scelta squisitamente aziendale, che nulla ha a che vedere con la normativa di riferimento (art. 121 del D.L. 19 maggio 2020, n. 34), che continua a prevedere la possibilità di:
- cedere a terzi anche i crediti d’imposta oggetto dell’opzione per lo sconto in fattura;
- effettuare due cessioni, “ulteriori” alla prima, ma solo verso soggetti “vigilati” (banche, assicurazioni e operatori bancari).
Per gli istituti finanziari resta disponibile anche una quarta cessione, a favore di soggetti diversi dai consumatori o utenti che siano correntisti.
Quali crediti d’imposta è possibile cedere
Il servizio di cessione a Poste Italiane è attivo solo per le cd. “prime cessioni” e relativamente alle quote annuali fruibili a partire dal 2023 in relazione a crediti maturati a fronte di:
- spese sostenute nel 2022
- oppure
- rate residue di spese sostenute negli anni precedenti.
Il titolare del credito d’imposta è tenuto a cedere l’importo complessivo del credito d’imposta o le quote residue non ancora utilizzate in detrazione, senza potere effettuare cessioni parziali.
L’importo complessivo massimo cedibile è pari a 150.000 euro per tutti i cedenti, anche in caso di più cessioni.
Come compilare la domanda
La cessione del credito d’imposta a Poste Italiane può avvenire esclusivamente tramite la procedura online, da avviare accedendo alla propria area riservata business o retail, e prevede le seguenti fasi:
L’accesso viene effettuato tramite SPID. Nel caso di imprese, la richiesta potrà essere effettuata solo dal rappresentante legale o dal titolare.
Verifica dei dati anagrafici e dell’e-mail di recapito
Nella prima sezione della procedura online vengono mostrati i propri dati anagrafici registrati e viene chiesto di inserire e confermare un indirizzo e-mail, che sarà utilizzato ai fini dell’invio delle comunicazioni relative all’avanzamento della pratica di cessione.
Il sistema permette di modificare in autonomico solo i dati relativi alla e-mail per le comunicazioni, mentre per un eventuale aggiornamento dei dati anagrafici è necessario recarsi allo sportello postale.
Compilazione dei crediti d’imposta e conferma conto
Lo step successivo consiste nell’inserire la tipologia e l’importo del credito d’imposta che si vuole cedere:
Il menù a tendina permette di selezionare soltanto i crediti previsti dall’elenco individuato al paragrafo precedente. La compilazione del codice tributo è automatica, mentre, per procedere al calcolo dell’importo spettante, devono essere indicati:
- importo del credito;
- rate residue;
- primo anno fiscale da cedere.
Con la medesima pratica può essere richiesta la cessione di più crediti d’imposta con diverso codice tributo (ad esempio, bonus facciate ed ecobonus ordinario). Se si intende richiedere la cessione di due crediti relativi allo stesso codice tributo/agevolazione edilizia, invece, è necessario gestire le richieste con pratiche separate.
Il corrispettivo della cessione viene determinato in funzione dell’intervento eseguito. In particolare, Poste Italiane riconosce:
- 99 euro per ogni 110 euro di credito per interventi relativi al superbonus 110%, con recupero in 4 anni (pari al 90 per cento del valore nominale del credito d’imposta maturato);
- 87 euro per ogni 100 euro di credito per interventi diversi da quelli qualificanti per il superbonus 110%, con recupero in 5 anni (pari all’87 per cento del valore nominale del credito d’imposta maturato);
- 70 euro per ogni 100 euro di credito acquistato per gli interventi diversi da quelli qualificanti per il superbonus 110%, con recupero in 10 anni (pari al 70 per cento del valore nominale del credito d’imposta maturato).
Ipotizzando la cessione di 100.000 euro di credito relativo al superbonus 110% per interventi eseguiti nel 2022, si avrà, quindi:
Sottoscrizione proposta di cessione dei crediti d’imposta e download documentazione contrattuale
Dopo avere confermato il conto corrente sul quale avverrà l’accredito, il sistema permette di sottoscrivere (mediante codice OTP inviato via sms) la proposta di cessione, da indirizzare a Poste Italiane, la quale dovrà, a sua volta, accettarla e sottoscriverla, in seguito alle sue valutazioni.
A questo punto, il sistema permette di scaricare la documentazione contrattuale sottoscritta, ivi inclusa l’informativa privacy e la proposta di contratto di cessione dei crediti d’imposta.
Comunicazione all’Agenzia delle entrate
Sottoscritta la proposta di cessione, il cliente deve:
- comunicare all’Agenzia delle entrate l’esercizio dell’opzione, utilizzando il modello approvato dal Provv. 3 febbraio 2022, n. 358733/2022, per le comunicazioni successive al 4 febbraio 2022 (da ultimo modificato dal Provv. 10 giugno 2022, n. 202205 . In precedenza, il modello da utilizzare era stato approvato dal Provv. 12 novembre 2021, n. 312528 );
- indicare, nella piattaforma cessione crediti, Poste Italiane (codice fiscale 97103880585) quale cessionario dei crediti d’imposta.
Al fine di effettuare la comunicazione di cessione del credito d’imposta a Poste Italiane, il cliente deve avvalersi in ogni caso di un intermediario abilitato (CAF, commercialista, ecc.), che appone il visto di conformità.
Documentazione da allegare ed errori frequenti
Nell’ambito della procedura, dovranno essere prodotti i seguenti documenti, da caricare online nel corso del processo, secondo specifici termini indicati di volta in volta:
- asseverazione dei lavori eseguiti, cui fa riferimento il credito d’imposta che si propone di cedere;
- comunicazione dell’opzione di cessione del credito d’imposta trasmesso dall’intermediario all’Agenzia delle entrate, con relativa ricevuta rilasciata da quest’ultima;
- dichiarazione dell’intermediario fiscale, esclusivamente nella forma che sarà resa disponibile al proponente a un link specifico all’interno dell’area dedicata, nella quale l’intermediario attesta che il “modulo di comunicazione” è conforme a quello da lui trasmesso all’Agenzia delle entrate. Tale dichiarazione è strutturata in due sezioni:
– la prima, sempre obbligatoria;
– la seconda sezione, da compilare in assenza dell’obbligo di apposizione del visto di conformità sul “modulo di comunicazione”: - bonifici di pagamento, da cui risultino la causale del versamento, il codice fiscale del soggetto che beneficia della detrazione e il codice fiscale o la partita IVA del soggetto a favore del quale il bonifico è effettuato;
- diritto di proprietà o di godimento sull’immobile: visura catastale storica per la proprietà, contratto di locazione o comodato d’uso per il godimento;
- capacità reddituale o patrimoniale del proponente la cessione del credito d’imposta con riferimento al costo dei lavori eseguiti.
Soggetto | Documentazione per attestare la capacità reddituale o patrimoniale |
Persone fisiche | Cedolino o dichiarazione dei redditi (modello 730 o Redditi PF) dell’ultimo anno |
Persone giuridiche | Ultimo bilancio approvato o ultima dichiarazione dei redditi presentata |
A seguito delle valutazioni effettuate da Poste Italiane, quest’ultima comunicherà via e-mail al cliente l’accettazione o il rifiuto della proposta di cessione.
In caso di esito negativo, purtroppo, l’istituto tende a non motivare il rifiuto della proposta di cessione del credito d’imposta. Per questo motivo, appare utile riportare di seguito alcuni tra gli errori bloccanti che si verificano più spesso nella prassi:
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